Titolo provocatorio, ma che vi inviterà a leggere e poi (spero) a discutere in maniera costruttiva con me quanto segue.

Disclaimer: tutto quello che scrivo in questo post e in questo blog in generale è a titolo personale ed è la mia visione, quindi non rappresenta Igersitalia e i suoi associati.

Da qualche mese leggo tanto e solo commenti negativi riguardo il mio social preferito. Gente che si lamenta, gente che  dice che Instagram è noioso, gente che abbandona questo social per altri, gente che cambia il proprio stile per seguire le mode del momento. Sono quindi spesso rimasta a guardare senza mai intervenire perchè trovo davvero poco utile scrivere per lamentarsi e basta, soprattutto nei social, anche se va tanto di moda e si prendono tanti likes quando ci lamenta, vero? Trenitalia, il male nel mondo, gli italiani…  basta che ci si lamenti. Io non ci sto. I social non sono nati (solo) per questo… O sì? Io credo che possano essere posti migliori di come sono ora.

Ovvio che tutti oggi possono dire la loro, questa è la dinamica dei social, tutti parlano. Per questo ci vuole “buon senso“, lo dico sempre. I social media sono piattaforme che noi usiamo quotidianamente per leggere, raccontare, guardare, sfogarci. Cerchiamo però di farlo in maniera positiva e costruttiva altrimenti questi (non) luoghi diventano invivibili (alcuni per me lo sono già).

Premesso il mio pensiero sul social in generale, torno ad Instagram. Come ha scritto Stefano ieri: “..su Instagram si è persa la bussola… e da tempo.” Sì. Sono pienamente d’accordo, chi mi conosce sa che la penso così anche io da un po’ di mesi. La situazione è questa.

Instagram nasce come social hipster per fotografi a San Francisco e limitrofi nel 2010. Così chi come me si iscrive nel 2010/2011, da purista e neofita, scopre un mondo e un modo di fotografare diverso, modaiolo, fico. All’inizio ci piace parecchio e siamo tutti contenti e ispirati dall’american style. Io personalmente ho scoperto, amato e apprezzato persone, luoghi, viaggiavo dal divano di casa in posti magici e facevo viaggi bellissimi scorrendo il feed Instagram, davvero. Per questo me ne sono innamorata e per questo ho costruito qualcosa di grande all’interno di questo social (per chi non lo sapesse, l’unica community democratica che ancora vive in questo social dal 2011 – Igersitalia – ).

Poi Instagram cresce, cresce tanto fino ad arrivare ad essere “famoso” anche in Italia. Così arrivano utenti, followers, neofiti, nuovi community manager, esperti di Instagram.

Nell’ultimo anno poi l’azienda ha completamente cambiato e reso disumana e inspiegabile la dinamica dei “suggested” (non che prima fosse comprensibile e logica ma almeno era per qualche centinaia di persone nel mondo e comunque bravi fotografi o iger di valore) e purtroppo ha contribuito in maniera pesante a peggiorare e velocizzare un processo che era già in atto ma che sarebbe andato molto più lentamente: la corsa sfrenata ai followers e la perdita di creatività e qualità dei contenuti.

Questo ampliamento della lista degli utenti suggeriti (utenti con molti followers dai 30.000 in su fino anche al milione) ha portato ad un abuso (ma fisiologico) uso di bot e acquisto di followers a pagamento da parte di chi non è tra questi, ma nel contempo ha allargato in maniera importante il raggio di azione e di conoscenza verso questo mondo. Instagram oggi è IL SOCIAL. Se lavori nel web come blogger o influencer e non hai almeno almeno 10.000 followers su IG, non sei nessuno 🙂 soprattutto nel mondo fashion, ma non solo. Io non credo che questa sia una moda del momento ma che finalmente oggi Instagram può essere un valido strumento di promozione e pubblicità, ma va usato consapevolmente conoscendo i pro e i contro. Credo anche che se lo usi perchè ti piace la fotografia fai bene ad usarlo e a crederci anche se non cresci molto e non hai 8 milioni di followers. Per crescere devi infatti entrare più in profondità in questo social, non fermandoti alla semplice condivisione di bellissime fotografie, devi avere un tuo stile, crearti una fan base e curarla con tantissime interazioni cioè ore ed ore quotidiane passate collegato sul tuo feed. Poi devi partecipare alla vita offline così da conoscere altri instagramer e le community della tua zona. Se inoltre vuoi farne un lavoro, devi essere in grado di offrire un valore (presenza su altri canali social, blog, capacità di raccontare una storia e appassionare), oltre al numero di likes/followers che è comunque importante in ogni progetto di social media marketing e influencer marketing che si rispetti.

Spesso anche tanti blogger mi chiedono come fare ad avere tanti followers. Io porto esempi postivi come Ezio o Manuela che sono amici prima, poi travel blogger bravi ma che hanno capito al 100% come funziona Instagram: tanta presenza online ma anche tanta offline, ad eventi ed attività instagramers e non solo. Entrambi hanno un like rate molto buono, al di là del n. di followers.

Ricapitolando sul perchè oggi parliamo di questi “disagi” 3.0 da Instagram: le dinamiche all’interno di questo social specialmente in Italia oggi sono “viziate” e si perde spesso la motivazione per cui usarlo. Io dico: continuate a condividere immagini vostre, belle, mettendoci passione e sorrisi. Il resto arriverà e se NON sono followers, fioriranno 😉

A parte gli scherzi: non seguite le mode del momento, non chiudetevi in “gruppetti” di amici ma cercate l’ispirazione, uscite di casa e scattate. Usate i tag e interagite con le persone giuste… C’è sempre qualcosa di bello che sta lì fuori, dovete solo trovarlo e fotografarlo.. ma con l’orizzonte dritto!

Se non vi bastano questi consigli, leggete qui.

Voi, sinceramente e seriamente, che ne pensate? Apriamo una discussione seria e positiva perchè credo che il cambiamento dei “luoghi” che viviamo dipende molto da chi li vive tutti i giorni.

Foto di copertina: Calendario 2016 ufficiale Instagram – vendita in beneficenza.