Quando ho iniziato a proporre ai miei clienti di far supportare le loro campagne Instagram anche da “personaggi noti” di questo social network era il 2012.

Molti di voi probabilmente neanche avevano un account attivo su questo social. Io c’ero già dall’anno prima e nessuno si aspettava, ne immaginava quello che poi è successo negli anni a seguire.

All’epoca (e anche oggi) mi studiavo le campagne Instagram di brand americani e sognavo di poterle fare in Italia presto. Ci sono voluti anni prima di farlo capire “qua” e nel frattempo il social fotografico è cresciuto, è esploso, fino a diventare parte della big family Zuckerberg con i pro e i contro del caso.

Il titolo di questo post è fuorviante perchè qui vi racconto una parte della storia…

Nel 2012 eravamo in pochi, oggi siamo troppi. Troppi che vogliono farne un lavoro senza avere nessuna cognizione, troppi che si fingono ciò che non sono, troppi falsi fotografi, troppe agenzie di influencer marketing, tutti alla rincorsa o meglio a “caccia” di aziende pronte a spendere qualche migliaia di € senza capirne bene il senso.

Purtroppo lato aziende c’è tantissima ingenuità e non conoscenza del mondo social e digital e delle sue vaste opportunità, dall’altra parte del fronte, lato offerta di lavoro, una miriade di “ragazzotti/donzelle” ancora non assolutamente pronti a recepire un “commitment” nè un brief nè un progetto da realizzare.

Quello che manca è la formazione e la professionalità, tutti vogliono fare l’influencer di lavoro ma pochissimi lo fanno in maniera seria, professionale, etica. ETICA, sì. Sapete cosa significa questa parola?  Wikipedia dice: L’etica (termine derivante dal greco antico ἔθος (o ἦθος)[1], èthos, “carattere”, “comportamento“, “costume”, “consuetudine“) è una branca della filosofia che studia i fondamenti razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio una data morale).

Spessissimo ci dimentichiamo che per lavoro qualsiasi sia il lavoro,  ci sono delle regole base da rispettare. Sempre. (per queste regole etiche rivolte a questo ambito vi rimando qui)

Le aziende o agenzie o consulenti poi non sanno realmente come controllare e monitorare queste attività, quindi o non le fanno o le fanno malissimo/ senza budget/ esordendo  col famoso  “vogliamo provare e vedere come va..” , lamentandosi poi che non hanno funzionato. Così non andremo molto lontano.

Questo mondo però, Instagram, gli influencer professionisti, i millennials, ovvero i tuoi clienti del futuro che sono nati sul web e ci si informano, ci comprano, ci passano del tempo, sono la realtà e il business del prossimo futuro. Se non sai questo non puoi fare marketing in azienda, soprattutto non puoi fare digital.

L’atro aspetto interessante e di cui si parla spessissimo è il micro-influencer. Quella persona che ha poche migliaia di follower ma comunque è seguito e apprezzato. Io credo molto in questo fenomeno ma sempre da mixare con community, big influencer REALI. Il micro da solo può fare poco e nessuna azione può essere creata spot.

L’influencer marketing non salva il mondo, ma può dare risultati tangibili e anche abbastanza veloci nel tempo, va molto bene anche per le PMI a patto che sia strutturato come segue:

  • porsi obiettivi digital reali e concreti prima di partire
  • predisporre un budget adeguato (min. 5.000€ e X prodotti/servizi da far provare agli influencer)
  • creare una campagna Instagram che duri nel tempo (almeno 6 mesi)
  • coinvolgere influencer con seguito numerico differente (micro e big)
  • inserire la campagna Influencer nella più ampia strategia aziendale di comunicazione
  • se non si hanno competenze forti su Instagram, rivolgersi a professionisti (N.B. in ITALIA ce ne sono pochissimi e non sono le BIG agenzie)
  • avere un profilo Instagram attivo e durante la campagna tenerlo sempre molto attivo (interazioni e contenuti)
  • assestare la campagna in corso d’opera
  • monitorare i risultati costantemente
  • ripetere la campagna durante l’anno o il semestre successivo per almeno 2 anni.

 

Spesso faccio delle Instagram Stories, sono delle pillole in cui racconto, spiego, mi sfogo 😉 e do consigli. Le trovate tutte sul mio profilo Instagram, salvate nelle highlights. Scorretele, possono chiarirvi altri punti oscuri e farvi venire voglia di creare qualcosa di nuovo e al passo coi tempi che “corrono” velocissimi!

 

Per vedere le ultime campagne di DIGITAL PR e INFLUENCER che ho seguito/sto seguendo clicca qui.

Per contattarmi e capire insieme come creare un progetto, scrivimi qui.

 

 

Credit immagine di copertina: Foto Instagram dal tag #unastoriadimani, mio progetto di digital PR.

Credit immagine2: Foto Instagram dal tag #gamechangeritalia , mio progetto di digital PR.